lunedì 29 novembre 2010

Eccessi di gratitudine.


La parola più sentita ieri: auguri.
La parola più detta ieri: grazie.
L'avrò detto almeno 300 volte, senza esagerare.
Infatti credo siano state molte di più.
Ora non dirò più grazie almeno fino a Natale.
è il giusto riposo che si merita 'la mia educazione'.

Tanti au..omaggi a me.
Gr..vaffanculo!

mercoledì 24 novembre 2010

Elio ha vinto.

Non seguo X factor, quest'anno ho visto a malapena i 3 finalisti che cantavano (di routine credo) un pezzo che hanno preparato prima del televoto, ed ho avuto il piacere di vedere che 2 dei 3 finalisti era 'allievi' di Elio. Ieri sera ho potuto notare che era stato eliminato il ragazzo un po' più 'strano', Nevruz si chiamava, e che erano quindi rimasti la ragazza che vedete in foto Nathalie 'allieva' di Elio ed un ragazzo, Davide, 'allievo' di Mara Maionchi.
Entrambi i ragazzi avevano una gran bella voce, non dico che Davide non meritasse di essere là, ma nonostante tifavo per questa ragazza, ero più che sicuro che avrebbe vinto quel Davide poichè il televoto da quando esiste ha sempre aiutato i tipi fighi, per le quattordicenni, come lui.
Ebbene oggi ho letto con piacere che aveva vinto Nathalie. E con lei Elio (la vittoria è stata anche sua). Per me è stato un colpo di scena. Che qualcosa stia (musicalmente) cambiando in Italia? O semplicemente le ragazzine non guardano più X factor? Beh cosa importa.. tanti auguri a questo talento (altro che quella ciabatta di Giusy Ferreri).

lunedì 25 ottobre 2010

Brevissima riflessione sulla televisione italiana.


Santoro dice 'Vaffanbicchiere!' 10 giorni di sospensione.
Un anno fa (o forse due chi se lo ricorda).
Tizio nella casa del Grande Fratello bestemmia, puntate speciali del Grande Fratello ogni giorno, per discutere delle sorti del ragazzo nella casa.
Qualcosa mi sfugge.

giovedì 14 ottobre 2010

Utopia di un gruppo perfetto.


Questo di oggi è un post particolare, un post che parla della mia poetica (pernacchione) ovvero del modo che preferisco per fare arte. Insomma oggi si parla della mia band ideale:
  1. Per quanto riguarda al numero di strumentisti 5 va benissimo (4 quando il cantante sa pure suonare qualcosa), basta che ci siano insomma 2 chitarre, un basso ed una batteria. La più classica delle formazioni ma secondo me funziona.
  2. Gli strumentisti ovviamente devono avere tanta voglia di imparare e di suonare, se poi a tutti piace il genere che si suona si tira alla grande. Secondo me quindi colui che suona deve avere più voglia che esperienza, nel momento della crescita escono cose spontanee.
  3. Importantissimo che i pezzi vengano già sistemati a casa: ognuno conosce bene la sua parte, ha ascoltato più volte la canzone, sa dove sono le pause e quindi sa dove piazzarsi nel pezzo. Questo diminuisce il lavoro in sala di circa l'80%.
  4. 2 ore di prove settimanali, anche 3 o 4 se si può. Sistemare i pezzi per bene è fondamentale ed il tempo non è mai troppo. Una volta sistemata una bella scaletta si possono pure diminuire momentaneamente le ore settimanali di prova per poi riaumentarle quando vengono decisi pezzi nuovi da aggiungere al repertorio.
  5. A me piace particolarmente l'indie ma l'importante è che il genere tiri, emozioni quindi può essere qualsiasi cosa da una mazurka al superdeathmelodicvegetarian-metal. Basta divertirsi suonando ed anche divertire naturalmente.
  6. Non vergognarsi di proporre le proprie idee al resto della band per nessun motivo al mondo. Nè vergognarsi di fare una critica: se una persona sbaglia qualcosa e nessuno gli dice niente non si impegnerà mai per farlo nel modo giusto perchè penserà che agli altri va bene anche così.
Non sono molte 'regole', ma se vengono rispettate la band tira come un treno e con tanta forza di volontà può raggiungere qualsiasi obiettivo.
Tutto questo però è solo sulla carta.

martedì 12 ottobre 2010

Inutile.


Non scrivevo da un po'.
Ho notato che ultimamente ho molto a cuore i problemi del mio Paese.
Sarà che mi sento di nuovo rappresentato politicamente (ebbene sì sostengo Vendola), sarà che certe cose non riesco proprio a spiegarmele.
Una di quelle cose che non si spiega nessuno è la guerra.
Tutti siamo rimasti colpiti dalla notizia dei quattro militari italiani morti in Afghanistan; io ascoltando la notizia mi son chiesto (che poi viene pure spontaneo chiederselo tra l'altro): ma gli italiani in Afghanistan, che cazzo ce stanno a fa'?
Sentiamo che i nostri soldati sono in missione, ma in missione per far cosa?
Quali sono le aspettative per questa campagna militare? Cosa spera di ottenere l'Italia?
Beh, fino ad ora ha ottenuto solo 34 morti dal 2004 ad oggi.
Come responso non mi sembra granchè.

martedì 10 agosto 2010

Un Paese normale.


In queste condizioni in Italia non si può parlare di destra e sinistra.
Siamo troppo arretrati per farlo.
Prima di tutto si dovrebbe puntare ad avere un paese normale.

Trovo molto importante dover seguire la politica per noi italiani, per questo mi documento quotidianamente.
La nostra situazione al momento non è delle migliori, anzi politicamente siamo messi proprio male. Gli altri paesi europei conoscono la nostra situazione ed immagino che ridono giustamente di noi, che votiamo un premier che ha trasformato la nostra Repubblica in una monarchia, o in un'oligarchia, un premier che piuttosto che far fruttare il paese sfrutta la sua posizione per avere dei privilegi economici e legislativi.
Un uomo che più che altro ha sbagliato epoca di circa duemila anni poiché più che un politico del ventunesimo secolo sembra un'imperatore romano.

Tornando alla premessa, in foto non a caso vedete un personaggio che molti di voi mi auguro conoscono: si tratta di Enzo Biagi.
Ultimamente ho infatti iniziato a leggere un suo libro, che mio zio mi ha gentilmente prestato, 'Consigli per un paese Normale'. Una delle ultime lezioni che ci ha lasciato un grande maestro del giornalismo.
Il libro è in effetti come una grande intervista a cura di Salvatore Giannella, dove i capitoli sono brevissimi e lampanti e riprendono tutte le cose che non vanno in Italia, questo paese anormale.
Basta infatti riprendere i soli titoli dei capitoli, per capire che il nostro non è un paese normale:
  • In un Paese normale si lascia la propria terra solo per viaggiare
  • In un Paese normale i morti sul lavoro sono una piaga inaccettabile
  • In un Paese normale la criminalità non mette una città in ginocchio
  • In un Paese normale la malsanità non è tollerabile
  • In un Paese normale la legge è uguale per tutti
  • In un Paese normale l'immunità la pretendono solo i colpevoli
  • In un Paese normale gli eroi sono gente come noi
  • In un Paese normale il giornalismo è una scuola di libertà
  • In un Paese normale la verità non è un mistero
E questi sono solo alcuni dei tantissimi mini-capitoli del libro.
Come Enzo Biagi ci ha illustrato in questo libro il nostro non è un Paese normale e la prima cosa che dovrebbero fare i nostri carissimi politici non è andare a puttane o insultarsi fra di loro in faide continue, ma occuparsi di quello per cui vengono pagati: curare uno Stato malato; farlo diventare una grande macchina che funzioni.
Ma la realtà purtroppo e tutta un'altra cosa, queste sono solo parole finchè c'è questa gente al potere.


martedì 3 agosto 2010

Disegnare.

Da piccolo disegnavo davvero tanto.
Tutti mi ricordano come un bambino tanto tranquillo, pure alle feste, ed il segreto dei miei genitori era un piccolo blocco note ed una penna.
Mi rilassava e divertiva molto, inoltre mi dava pure una certa soddisfazione pure il risultato.
Ricordo che ho iniziato cercando di copiare Topolino (ne mangiavano davvero parecchi allora) e grazie a Topolino sono migliorato sempre più.
Ad un certo punto diventi troppo grande per copiare Topolino, allora per un po' la mia unica tavoloccia furono i banchi di scuola, sui quali scarabocchiavo di tutto.
Ieri prima di raggiungere il letto ho preso il foglio, una stilo ed ho iniziato a disegnare.
Quello che vedete in foto è solo uno dei tanti 'disegni' che ho fatto ieri notte.
Mi son liberato; ho passato tutti i miei pensieri, anche i più bizzarri, alla mia mano ed è stata una cosa bellissima. Nel momento in cui disegni vedi i tuoi pensieri scanditi dall'inchiostro nero su un foglio bianco, pensieri convertiti in fantastica realtà.
Credo lo farò più spesso d'ora in poi.

domenica 1 agosto 2010

Revolution.

Nella vita è un po' tutto come scattare foto con una vecchia analogica.
Il primo rullino è sempre uno schifo.
Ecco, la prima volta fa sempre schifo; anche fare sesso, che per molti potrebbe essere il massimo, è risaputo faccia schifo la prima volta.
Così il mio blog aveva bisogno di rinascere, di passare al rullino successivo.
Nella vita cambiamo in continuazione rullino, talvolta senza neanche accorgercene, talvolta invece lo sentiamo dentro che lo stiamo cambiando; a volte ci sentiamo scombussolati, è molto difficile; altre volte semplicemente ne prendiamo atto; altre ancora non vedevamo l'ora.
Io forse sto cambiando rullino.
Sento che sto riacquisendo un vecchio equilibrio che avevo perso.
Questo equilibrio è quella che alcuni chiamano felicità forse?